Nella forte carica emotiva che la piccola opera sopporta a mala pena per una questione di scala, trasferendo in una villetta borghese il senso di un antico tempio shintoista, sta l'anticipazine del problema specifico di Gropius della esperienza artigiana. Gli interni che non sono autografi, ma che per la singolarità e l'impegno di gusto non rappresentano certo una sovrapposizione del volere del cliente rispetto alla impostazione dell'architetto, ma piuttosto la continuazione e, se vogliamo, la esasperazione, sono anche più scoperti nell'accostamento dei triangoli wrightiani con quello spinato di doghe di legno che era nella tradizione della falegnameria gotica e che farà tanto furore nell'arredamento novecentesco.
Per questi motivi la casa Sommerfeld è un episodio di cui egli stesso si è forse voluto dimenticare, espungendola dalla documentazione così minuziosa e particolareggiata che l'abbondante letteratura gropiusiana è solita riportare".
brani tratti da:
A. Borsi - G.K. Konig "Architettura dell'Espressionismo" / 1967
Marcel Breuer / poltroncine
Walter Gropius 1921 © VG Bild-Kunst, Bonn 2012.
Bildnachweis: Klassik Stiftung Weimar

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