Così il pittore Hannes Beckmann descrisse la sua prima esperienza: "Ricordo come se fosse ieri il mio primo giorno di lezione: Josef Albers entrò in classe con sotto il braccio un pacco di giornali che fece distribuire agli studenti. Poi si rivolse a noi più o meno in questi termini: "Signori e signore, noi siamo poveri, non ricchi. Non possiamo dunque permetterci in alcun modo di sprecare materiale e tempo. Dal peggio noi dobbiamo saper ricavare il meglio. Ogni opera d'arte si compone di un materiale iniziale ben preciso e quindi noi dobbiamo per prima cosa vedere di che cosa è fatto questo materiale. A questo scopo vogliamo servircene per fare alcuni esperimenti, senza la pretesa di vole già 'creare' qualcosa di preciso. Per il momento dobbiamo anteporre la destrezza alla bellezza. La forma dipende dal materiale con cui lavoriamo. Riflettete sul fatto che spesso si ottiene di più facendo di meno. I nostri studi vogliono essere uno stimolo per un modo di pensare che ha come punto di arrivo il momento costruttivo. Mi avete capito? Adesso io vorrei che voi prendeste in mano i giornali che avete ricevuto e ne faceste qualcosa di più e di diverso da ciò che essi ancora sono e rappresentano. Vorrei anche che voi rispettaste il materiale facendone un uso sensato e tenendo presenti quelle che sono le sue proprietà. Se voi pensate di poterlo fare senza servirvi di coltelli, forbici e colla,tanto meglio. Buon divertimento!".
Fece ritorno qualche ora dopo e ci chiese di sistemare per terra, davanti a lui, i risultati dei nostri sforzi. Come per incanto si materializzarono maschere, barche, castelli, aerei, animali e numerose altre piccole ed ingegnose creazioni. Albers liquidò il tutto come roba da asilo e aggiunse che le stesse cose si sarebbero potute fare molto meglio con altri materiali. Poi mostrò una 'creazione' molto semplice eseguita da un giovane architetto ungherese. Costui non aveva fatto altro che piegare il giornale per lungo facendolo stare in piedi sì da farlo sembrare un'ala. Josef Albers ci spiegò come in effetti le proprietà del materiale fossero state ben afferrate, come lo stesso fosse stato ben lavorato e come fosse naturale piegare soprattutto la carta in modo da far diventare un materiale tanto cedevole abbastanza rigido da consentirgli di stare in piedi proprio laddove esso è più sottile, cioè al margine. Inoltre, egli aggiunse che un giornale poggiato sul tavolo presenta solo un lato visibilmente 'attivo', mentre il resto rimane invisibile. Aggiunse anche che la carta, una volta raddrizzata, presenta due lati visibilmente attivi, e che in tal modo essa perde il suo noioso e molle aspetto esteriore."