Wenzel Hablik / Big colorful utopian constructions / 1922 Max Pechstein / Berlin / 1919 Il manifesto della esposizione degli Architetti Sconosciuti / 1919 " ... La grazia della fantasia è più importante di tutta la tecnica che si è sempre sottomessa alla volontà dell'uomo. scansione e brano tratto da: A. Borsi - G.K. Konig "Architettura dell'Espressionismo" / 1967 Max Pechstein / cover illustration for the Novembergruppe brochure / Berlin / 1919 "Noi esigiamo che si sia aperti agli influssi e alla collaborazione in tutti i compiti dell'architettura come in un affare pubblico" Novembergruppe / preparation for the opening of the Great Berlin Art Exhibition / 1924
Walter Gropius , Adolf Mayer / Casa Sommerfeld / Berlin Dahlem / 1920 - 21 "Per il Gropius della Sommerfeld - scriveva Argan - Wright è rimasto l'eroe della profezia di Morris: al di là della tematica delle orizzontali e delle cornici risentite, l'interesse va alla materia rustica, alla carpenteria, al lavoro d'accetta e di sgorbia. In quell'immediato dopoguerra un richiamo alla tradizione e alla manualità artigiana poteva avere più di un motivo: protesta contro la falsa scienza accademica, reazione morale ai misfatti recenti della "civiltà delle macchine". E basterà appena ricordare come tutta la tradizione dell'architettura dell'Europa del Nord, sia in fondo una tradizione lignea che doveva, nella antica Fachwerkhaus, trovare il linguaggio più caratteristico del paesaggio edilizio tedesco. Gropius combina il ricordo della tematica di Wright - le cornici orizzontali, i tetti sporgenti, il padiglione, la decorazione di triangoli - con questa tradizione che esalta la logica costruttiva, i nodi e gli incastri portandoli a tema decorativo, facendone oggetto di scultura. Di nuovo c'è una certa tensione delle orizzontali, la mancanza di pannellature di intonaco, la franchezza naturalistica del "tutto legno". Non era questo un riproporre l'antica tesi illuminista che l'architettura derivasse dalle capanne? Nella forte carica emotiva che la piccola opera sopporta a mala pena per una questione di scala, trasferendo in una villetta borghese il senso di un antico tempio shintoista, sta l'anticipazine del problema specifico di Gropius della esperienza artigiana. Gli interni che non sono autografi, ma che per la singolarità e l'impegno di gusto non rappresentano certo una sovrapposizione del volere del cliente rispetto alla impostazione dell'architetto, ma piuttosto la continuazione e, se vogliamo, la esasperazione, sono anche più scoperti nell'accostamento dei triangoli wrightiani con quello spinato di doghe di legno che era nella tradizione della falegnameria gotica e che farà tanto furore nell'arredamento novecentesco. Per questi motivi la casa Sommerfeld è un episodio di cui egli stesso si è forse voluto dimenticare, espungendola dalla documentazione così minuziosa e particolareggiata che l'abbondante letteratura gropiusiana è solita riportare". picture by myself "La casa Sommerfeld a Berlin - Dahlem è andata distrutta: per una semplice ragione, che era costruita tutta in legno, unica nell'ordinato e signorile quartiere di ville, rimasto intatto tra i pini. C'è al suo posto un'altra villa in legno con poche mura di pietra in una edizione semi - californiana. Così come la fenice nata dalle sue ceneri, ma senza la qualità e la tensione spirituale di Gropius, si sono conservati due elementi: il legno e l'influenza americana". brani tratti da: A. Borsi - G.K. Konig "Architettura dell'Espressionismo" / 1967 Joost Schmidt / balaustra Marcel Breuer / poltroncine Dorte Helm / tenda con applicazioni Josef Albers / vetrate policrome per il vano scale Marcel Breuer / tavolo immagini / bauhaus archiv " Il Monumento ai Caduti di Weimar (1921) è una scultura architettonica in cemento avvolgente lo spazio secondo un andamento a spirale geometrica in un insieme di piani triangolari compenetrantisi. Il cemento offre la possibilità di realizzare l'inquieta geometria che era comune al gruppo, che si ritrova in Max Taut e in Hablik e che ha come matrice la geometria naturale dei cristalli. ma per Gropius si tratta più che di riferirsi ad una compenente naturalistica, di fare un esperimento di rapporti tra forma e movimento. Se la nota fotografia (sopra) suggerisce il senso di un dinamismo in atto, colto in un momento di particolare tensione e quasi sospeso, la pianta dà invece appieno la misura di come nell'immagine plastica venga coinvolto uno spazio esterno vissuto dall'osservatore: e come la monumentalità sia affidata a questo elemento squisitamente architettonico, con una dinamica ben rara nei temi celebrativi". Arbeitsmodell zum Denkmal der Märzgefallenen auf dem Weimarer Hauptfriedhof.
Walter Gropius 1921 © VG Bild-Kunst, Bonn 2012. Bildnachweis: Klassik Stiftung Weimar "Noi rifiutiamo di riconoscere il problema della forma, ma soltanto i problemi della costruzione. Mies Van Der Rohe dalla rivista "G" / 1923
Hugo Häring / Friedrichstrasse Skyscaper project / Berlin / 1921 " ... La forma che risulta da questi principi è di una fortissima plasticità, a causa del giuoco delle superfici di contenimento concavoconvesse, ed è chiaramente in chiave con la estetica dell'espressionismo. Così come è espressionista il progetto di Mies per lo stesso concorso, il famoso primo progetto di grattacielo in acciaio e vetro, dalla pianta articolata e libera, ma funzionalmente indefinita. Però mentre il tortuoso movimento delle pareti vitree di Mies trova una sua giustificazione, egualmente tortuosa, solo sul piano estetico dello studio del giuoco dei riflessi reciproci delle pareti, il progetto di Hugo Haring è - come si legge nel motto in calce ai disegni - una "Funktionale Form", ben più giustificata dell'altra". Mies Van Der Rohe / Friedrichstrasse Skyscaper project / Berlin / 1921 Hugo Häring / Progetto per una casa di campagna / 1923 " ... Guardiamo ora la pianta che Haring elaborava per suo conto nello studio di Mies. Se vi sono due linguaggi diversi, ebbene questi sono quelli di Haring e di Mies. Ed è curioso pensare che i due fili così divergenti, che porteranno Mies verso i suoi grattacieli americani ed Haring ai suoi "corpi abitabili"sono partiti dallo stesso studio berlinese. l apianta di Haring rinunzia alla scomposizione miesiana; e non vi è niente di neoplastico. I setti murari sono tutti richiusi, continui, e le finestre sono ancora aperture da praticarsi nelle superfici murarie. In sostanza la sintassi è ancora quella tradizionale, e la scatola muraria è sempre una scatola, con un dentro ed un fuori ben diversi fra loro. E non possiamo pensare, proprio perchè sappiamo che Haring discuteva quotidianamente con mies, che egli non fosse a conoscenza delle sue conquiste, d'altronde così schematiche e facili ad apprendersi. La verità è che egli seguiva un altro filo del discorso spaziale; la continuità per lui non era la commistione miesiana, più attenta alla forma di questi spazi che a un vero pensiero organico.Per Haring più importante di tutto era uscire dalla stereometria a blocchi cubici, il cui senso mies lo aveva ereditato dal padre scalpellino. Il padre di Haring era invece stipettaio, ed il libero andamento delle fibre del legno, che sono la quintessenza della organicità, aveva affascinato il giovane Haring ... " Mies Van der Rohe / Progetto per una casa di campagna in mattoni / 1923 " La casa progettata da Mies segna l'abbandono di ogni indirizzo espressionista per dare una incondizionata adesione alla poetica dell'architettura neoplastica. (Bruno Zevi) La novità linguistica sta nella scomposizione della scatola muraria nei suoi elementi fondamentali: piani di vita, elementi di sostegno, muri di contenimento laterali, piastre di copertura. Le aperture non sono più ritagliate nelle superfici murarie, ma sono cesure, da terra a tetto, di queste superfici, dove il muro viene sostituito da una lastra di vetro. Tutti questi elementi - e qui sta il nocciolo del neoplasticismo - non sono però giustapposti in modo da ricomporre la scatola muraria; ma mediante continui slittamenti in senso orizzontale (e non in senso verticale) si crea ciò che è ormai comunemente definito come una "fluidificazione degli spazi", da cui deriva una commistione delle funzioni in un unicum continuamente variato, dal cuore interno allo spazio esterno, solato dai setti che si prolungano a scandirlo in direzioni ortogonali fra loro. Poeticamente, cioè come pura sintassi, come esperienza estetica degli spazi, il risultato raggiunto da Mies è fra i più alti, se non addirittura il maggiore, raggiunto dall'architettura del XX secolo; e la sua influenza sul linguaggio architettonico comune, data la chiarezza dei termini di questa poetica, è anch'essa la più alta di ogni altro maestro dell'architettura moderna". brano e scansioni da: A. Borsi - G.K. Konig "Architettura dell'Espressionismo" / 1967 Ludwig Mies Van der Rohe and Hugo Haring visit the site of the Academy for Design in Ulm / 1953
"Fra tutte le forme di suicidio, la più triste è l'imitazione". Il pensiero tecnico autonomo non è riuscito a chiarire le cause più profonde dei continui mutamenti delle forze creatrici nel campo formale; pur avendoli notati e osservati, non li ha spiegati in base alle loro vere motivazioni. Lo stimolo al cambiamento costante delle forme nell'architettura e nelle arti figurative, nella musica e nella poesia, secondo tale corrente di pensiero è dovuto a modificazioni esterne della tecnica e al progresso delle nostre scienze. Per il pensiero tecnico, il processo della creazione formale soggiace alla medesima norma che governa lo sviluppo naturale, vale a dire alle leggi del darwinismo e delle trasformazioni ambientali. Hugo Haring / 1947 tratto da: "Il segreto della forma" / Jaca Book, Milano / 1984
Hugo Häring / Siedlung Siemensstadt / Block II / Berlin-Spandau / Berlin-Charlottenburg / 1929-193013/11/2014 "Ma riguardo oggi quelle abitazioni del Siemensstadt viene legittima la domanda: mettendo un momento fra parentesi i termini "razionalismo" e "organicità" che ingenerato tanta confusione, quale delle due abitazioni esprime meglio, con più naturalezza con più immediatezza, la sua oggettiva rispondenza ad uno scopo? Quale, delle due classi di segni, ha un più profondo rapporto con i loro denotata? E' senz'altro Hogo Häring ad avere la meglio sul piano semantico; ed oggi ha la meglio anche sul piano della sintassi formale, dato che l'immagine Gropiussiana, per colpa della sua diffusione a basso livello, si è totalmente consumata; Il che non è ancora avvenuto con le immagini di Hugo Häring ". brano e scansione da: A. Borsi - G.K. Konig "Architettura dell'Espressionismo" / 1967 Pictures by myself "L'immagine dell'edificio di Gropius dà delle informazioni immediatamente comunicabili, rimanendo impresso nella memoria di chiunque ne avesse visto anche una sola fotografia ... Il grande terrazzo rientrato, ridiviso poi da setti in sott'ordine, è divenuto un tema canonico dell'architettura moderna; ma esso sottintende una volontà formale che supera il fatto funzionale, poichè lo stare sul terrazzo, con il vicino a trenta centimetri di distanza, invisibile ma non inascoltabile al di là del tramezzo, non è certo l'optimum funzionale. Altro tema Gropiussiano divenuto tipico (e oggi consumato al punto che usarlo ancora diviene una civetteria) è quello del pozzo scale, completamente vetrato per denunziare all'esterno questa funzione. Per non intorrempere quest'unica apertura verticale ("la cascata di vetro") i pianerottoli sono leggermente arretrati e il vetro continua come nelle moderne curtain walls, al di fuori del solaio. Si parlava di architettura funzionale, ma anche in questo caso è evidente che si tratta di uno stilema, sia pur semanticamente preciso e privo di ambiguità. Ma chiunque debba pulire, a turno, la scala di un condominio, sa benissimo che tale eccesso di superficie vetrata, non sia affatto guistificato dalla funzione, e gli svantaggi non pochi. Si voleva, più che badare al compimento di uno scopo, che apparisse chiara all'esterno la posizione e la forma delle scale; ma tale ridondanza del segno architettonico ha dato origine, negli sprovveduti imitatori, alla retorica - sia pur di nuovo tipo: la retorica funzionale e strutturale - che inficia buona parte della nostra edilizia popolare". brano tratto da: A. Borsi - G.K. Konig "Architettura dell'Espressionismo" / 1967
testo a cura dell'Arch. Pierluigi Arsuffi che approfitto per ringraziare.
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April 2020
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