Così come è espressionista il progetto di Mies per lo stesso concorso, il famoso primo progetto di grattacielo in acciaio e vetro, dalla pianta articolata e libera, ma funzionalmente indefinita. Però mentre il tortuoso movimento delle pareti vitree di Mies trova una sua giustificazione, egualmente tortuosa, solo sul piano estetico dello studio del giuoco dei riflessi reciproci delle pareti, il progetto di Hugo Haring è - come si legge nel motto in calce ai disegni - una "Funktionale Form", ben più giustificata dell'altra".
" ... La forma che risulta da questi principi è di una fortissima plasticità, a causa del giuoco delle superfici di contenimento concavoconvesse, ed è chiaramente in chiave con la estetica dell'espressionismo.
Se vi sono due linguaggi diversi, ebbene questi sono quelli di Haring e di Mies. Ed è curioso pensare che i due fili così divergenti, che porteranno Mies verso i suoi grattacieli americani ed Haring ai suoi "corpi abitabili"sono partiti dallo stesso studio berlinese. l apianta di Haring rinunzia alla scomposizione miesiana; e non vi è niente di neoplastico.
I setti murari sono tutti richiusi, continui, e le finestre sono ancora aperture da praticarsi nelle superfici murarie. In sostanza la sintassi è ancora quella tradizionale, e la scatola muraria è sempre una scatola, con un dentro ed un fuori ben diversi fra loro. E non possiamo pensare, proprio perchè sappiamo che Haring discuteva quotidianamente con mies, che egli non fosse a conoscenza delle sue conquiste, d'altronde così schematiche e facili ad apprendersi. La verità è che egli seguiva un altro filo del discorso spaziale; la continuità per lui non era la commistione miesiana, più attenta alla forma di questi spazi che a un vero pensiero organico.Per Haring più importante di tutto era uscire dalla stereometria a blocchi cubici, il cui senso mies lo aveva ereditato dal padre scalpellino. Il padre di Haring era invece stipettaio, ed il libero andamento delle fibre del legno, che sono la quintessenza della organicità, aveva affascinato il giovane Haring ... "
" ... Guardiamo ora la pianta che Haring elaborava per suo conto nello studio di Mies.
Poeticamente, cioè come pura sintassi, come esperienza estetica degli spazi, il risultato raggiunto da Mies è fra i più alti, se non addirittura il maggiore, raggiunto dall'architettura del XX secolo; e la sua influenza sul linguaggio architettonico comune, data la chiarezza dei termini di questa poetica, è anch'essa la più alta di ogni altro maestro dell'architettura moderna".
" La casa progettata da Mies segna l'abbandono di ogni indirizzo espressionista per dare una incondizionata adesione alla poetica dell'architettura neoplastica. (Bruno Zevi) La novità linguistica sta nella scomposizione della scatola muraria nei suoi elementi fondamentali: piani di vita, elementi di sostegno, muri di contenimento laterali, piastre di copertura. Le aperture non sono più ritagliate nelle superfici murarie, ma sono cesure, da terra a tetto, di queste superfici, dove il muro viene sostituito da una lastra di vetro. Tutti questi elementi - e qui sta il nocciolo del neoplasticismo - non sono però giustapposti in modo da ricomporre la scatola muraria; ma mediante continui slittamenti in senso orizzontale (e non in senso verticale) si crea ciò che è ormai comunemente definito come una "fluidificazione degli spazi", da cui deriva una commistione delle funzioni in un unicum continuamente variato, dal cuore interno allo spazio esterno, solato dai setti che si prolungano a scandirlo in direzioni ortogonali fra loro.
brano e scansioni da:
A. Borsi - G.K. Konig "Architettura dell'Espressionismo" / 1967